TikTok è l’app più scaricata al mondo nel primo trimestre del 2022

La crescita di TikTok è inarrestabile. In base al rapporto appena pubblicato da Sensor Tower, “Q1 2022: Store Intelligence Data Digest Report”, TikTok risulta essere l’app più scaricata al mondo nel primo trimestre del 2022. TikTok è stato scaricato più di 175 milioni di volte a livello globale nel primo trimestre dell’anno. Sull’App Store, TikTok ha avuto oltre 70 milioni di download, ottenendo il primo posto della classifica. Questa è la terza volta che TikTok supera i 70 milioni di download dall’App Store in un solo trimestre. L’applicazione è stata scaricata 115 milioni da Google Play Store. Con questi numeri, è stata la terza app più scaricata sul Play Store a livello globale.

Un successo senza precedenti

TikTok ha anche superato i 3,5 miliardi di download da quando è stata lanciata sul mercato. È la quinta app a raggiungere i 3,5 miliardi di download complessivi nonché l’unica non di proprietà della società madre di Facebook, Meta. Le prime cinque posizioni insieme a TikTok, infatti, sono occupate da Instagram, Facebook, WhatsApp e Telegram. Per farsi un’idea del successo, basta pensare che nessuna app ha avuto più download di TikTok dall’inizio del 2018. In riferimento al mercato degli Stati Uniti, TikTok è stata l’app più scaricata con 19 milioni di download complessivi. L’app è stata la migliore negli Stati Uniti dal primo trimestre del 2021. Di questi 19 milioni di download complessivi, 13 milioni provengono dal solo App Store.

Nuove funzionalità in arrivo

TikTok ha superato i 10 milioni di download sull’App Store per nove trimestri. I numeri di download di TikTok sono vicini ai 6 milioni sul Google Play Store. Ed è stata l’app migliore sul Play Store negli ultimi tre trimestri.
TikTok, diventata famosa per la possibilità di condividere brevi video, è la piattaforma di social media in più rapida crescita. È costantemente una delle app più scaricate a livello globale. E ancora una volta, TikTok è diventata l’app più scaricata al mondo nel primo trimestre del 2022. Le sue tendenze e il suo algoritmo originale sono tra i fattori che ne hanno decretato il successo.  Oltre a ciò, ByteDance, la società madre di TikTok, ha costantemente aggiunto nuove funzionalità. Tra queste, una delle più recenti aggiunte riguarda il  pulsante Non mi piace nei commenti. 

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Post-Covid: gli italiani consumano più surgelati

Pandemia e smart woking fanno crescere il consumo di cibi surgelati: oggi, il 98% dei nostri connazionali li consuma. Dal 2020 a oggi il 54% degli italiani ha aumentato il consumo di questi prodotti, in modo più marcato al Sud e fra i giovani e nelle famiglie con figli piccoli. Tanto che queste ultime, insieme agli under 35, risultano i consumer più frequenti di prodotti sottozero, in media più di 2 volte a settimana. Il boom di consumi di prodotti sottozero registrato nello scorso biennio risulta evidente anche dall’aumento del consumo pro-capite, che nel 2020 ha superato i 15 kg annui.
Bva Doxa, in collaborazione con l’IIAS (Istituto Italiano Alimenti Surgelati), ha fotografato i nuovi trend del comparto, scoprendo com’è cambiato il freezer degli italiani nell’ultimo biennio e il loro approccio al consumo di frozen food.

Nel freezer entrano prodotti sottozero mai provati prima

L’incremento dei consumi di surgelati si riflette anche in un aumento della varietà: il 74% degli intervistati dichiara di aver messo nel proprio freezer prodotti sottozero mai provati prima (vegetali, snack, pizze, pesce, piatti pronti). Verdure, pesce e pizze surgelate si confermano i prodotti sempre presenti nei freezer, anche nel post Covid. Ma con alcune differenze: i vegetali sottozero risultano i più amati dai single e dalle coppie senza figli (44%), mentre i prodotti ittici in versione frozen conquistano sempre più spazio sulle tavole delle famiglie con bambini (40%) e al Centro Italia.

Non mancano i piatti pronti 

Pizze, snack e patate fritte ottengono il 26% delle preferenze di tutti, che sale al 29% al Nord-Est e al 30% nei nuclei familiari con figli piccoli. Non mancano nel freezer anche i piatti pronti (13%), alimenti pratici che continuano a essere scelti anche dopo la prima fase di pandemia, e che risultano più presenti nei freezer dei single senza figli (16%) e al Centro Italia (15%). Nel freezer delle famiglie con figli grandi, invece, c’è posto per tutti i prodotti surgelati: il 30% compra dagli ittici ai vegetali, dalle pizze agli snack. E il 43% dichiara di fare scorte congelando autonomamente anche alimenti come pane, carne, sughi o altre preparazioni casalinghe, soprattutto al Nord-Est.

Il principale driver d’acquisto è la praticità

Per tutte le categorie merceologiche sottozero, il principale driver d’acquisto si conferma la praticità (70%), soprattutto per le donne, al Nord-Est e nella fascia d’età 35-54 anni. Seguono la possibilità di variare il menu (37%), in particolare per le famiglie con figli piccoli, e la riduzione degli sprechi (25%), soprattutto le coppie senza figli. Rilevanti anche il contenuto nutrizionale (il 22% considera i surgelati analoghi ai prodotti freschi), e la convenienza (22%), soprattutto al Sud e nelle famiglie con figli. Per il 17% del campione, poi, i frozen food sono anche un aiuto a risparmiare. Lo confermano in particolare gli under 35 e i single senza figli.

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La “realtà” entra nel mirino del cybercrime

Come vere e proprie armi, anche gli invisibili bit possono prendere il controllo o colpire cose reali. Automobili, ospedali, aerei, acquedotti e centrali elettriche devono fare i conti con gli attacchi cyber. Il pericolo che possano essere controllati da malintenzionati dall’esterno esiste concretamente. Se la digitalizzazione ha aperto scenari rivoluzionari, come l’interconnessione di macchinari all’interno della catena di produzione, o il controllo remoto della propria casa, una realtà sempre più digitalizzata porta con sé anche grandi sfide per la sicurezza. Due mondi che si incontrano portano tanti vantaggi, ma anche ‘nemici’. Così il mondo cyber entra in quello fisico dalle porte di ingresso digitali, e sono diventati realtà attacchi che solo fino a poco fa erano pensabili solo nella fantascienza. Come quello che a marzo ha penetrato la rete idrica della Florida e ha manomesso i livelli di acidità dell’acqua potabile.

I pericoli della digitalizzazione

Sui pericoli della digitalizzazione c’è ancora troppa poca consapevolezza. L’85% degli attacchi informatici supera infatti le difese a causa di disattenzioni umane.
“Spesso si pensa agli attacchi cyber come una sola questione di dati, come ricatti o furti di informazioni, ma ora sono in crescita anche attacchi capaci di bloccare o distruggere infrastrutture reali – spiega Stefano Bordi, Direttore della Cyber & Security Academy di Leonard -. Un settore che va sotto il nome di cyber physical”. Un fenomeno reso appunto possibile dall’incontro di due mondi, digitale e analogico.

Uno dei grandi problemi è la mancanza di consapevolezza

“Esattamente come nel mondo reale – ha aggiunto Bordi – esiste un mercato nero di armi cyber in vendita per compiere azioni criminali di ogni tipo”.
Per contrastare i cyber criminali, come nel mondo reale esistono tante contromisure, ma uno dei grandi problemi è la mancanza di consapevolezza. È anche questo uno dei motivi della nascita della Cyber & Security Academy di Leonardo, un centro che ambisce a fornire le competenze e le capacità necessarie per fronteggiare le minacce alla sicurezza e supportare la transizione digitale a settori quali Difesa, Pubblica Amministrazione, infrastrutture critiche e imprese.

La sicurezza è un settore ancora considerato come un costo

All’interno della Cyber & Security Academy di Leonardo, riferisce Ansa, sono a disposizione strumenti molto potenti, come le piattaforme Cyber Range e Cyber Trainer, in cui replicare scenari di ‘battaglia cyber’ per addestrare personale, identificare eventuali debolezze delle infrastrutture e formare quante più persone possibile in Italia e in Europa.
“Servono strumenti di difesa sempre più efficaci, ma soprattutto più consapevolezza a tutti i livelli nel curare la sicurezza – commenta Bordi -. Un settore visto ancora spesso come un costo”. Ma serve anche tanta formazione.

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