Longevity: le linee guida per le aziende

Intoo, la società di Gi Group Holding, segnala le linee guida per le aziende che vogliono gestire al meglio la longevity.

I trend demografici riguardano sempre più le organizzazioni e oggi è necessario che la longevità venga vista come una risorsa piuttosto che come una criticità. “Una conoscenza approfondita della popolazione aziendale è fondamentale -spiega Alessandra Giordano, direttore employability e career development Intoo -: significa conoscere il livello di competenze, gli aspetti motivazionali e i bisogni. Soprattutto quando parliamo di over 55 con skill ed esperienza.”

Sviluppare un nuovo approccio all’age management significa “fare cultura precoce sulla pianificazione anche per i più giovani”, aggiunge Giordano.

Un succession plan è strategico

Per prima cosa occorre acquisire una mappatura approfondita e organizzata delle competenze professionali e delle caratteristiche personali possedute dai collaboratori per valorizzare l’esperienza dei longennials, e fare in modo che le skill di tutta la popolazione aziendale siano sempre in linea con le esigenze dell’organizzazione.

Si tratta di un’opportunità per comprendere la possibilità di affidare nuovi compiti e responsabilità, disporre di un piano di empowering efficace sul medio e lungo periodo e progettare correttamente il trasferimento di valori tecnico-professionali verso le nuove generazioni. 

Un succession plan è strategico in settori con significativa presenza di ruoli ad alto contenuto specialistico, tecnico e scientifico. La pianificazione deve avvenire almeno cinque anni prima del passaggio, nel caso di manager apicali.

Il welfare generalizzato non funziona più

Momenti di confronto e condivisione sono utili non solo per la crescita di giovani talenti in azienda, ma anche per aiutare i più senior ad acquisire consapevolezza su come prendersi cura della propria employability, aggiornando le competenze distintive per affrontare una nuova fase professionale, una transizione graduale dal lavoro alla pensione o come generare reddito anche fuori dall’impiego. Si possono attivare così percorsi di empowering individuali per diventare longennials, ovvero over 60 con una vita professionale attiva.

Età diverse corrispondono a necessità professionali e personali diverse.
Il welfare generalizzato non funziona più;. Occorre organizzare piani e pacchetti di soluzioni personalizzate per fasce d’età o specifiche esigenze.

Una questione troppo spesso sottovalutata o procrastinata

Considerando le 3 dimensioni fondamentali, capitale umano, fisico e finanziario da tutelare, è importante che le organizzazioni promuovano una corretta informazione e una “cultura” di consapevolezza specifica sul tema e la questione del genere.

Infatti, è ancora più urgente per le donne, sia da un punto di vista previdenziale sia assistenziale/familiare, perché più spesso caregiver di genitori o anche partner.

Di fondo, però, tutte le possibili azioni da implementare sottendono un ascolto attivo della propria workforce per capirne i veri bisogni, legati tanto al singolo lavoratore quanto alla persona nella sua interezza e unicità.

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Pagamenti digitali: nel 2023 rallenta ma cresce a doppia cifra, +12%

Nel 2023 il transato con strumenti di pagamento digitale ha registrato 444 miliardi di euro, un valore che include sia pagamenti basati su carte e wallet (436 miliardi di euro transati, +12% vs 2022), sia pagamenti basati su conto corrente (8 miliardi, circa +20%).
Dopo il biennio 2021-2022, che ha definito un cambiamento strutturale nelle abitudini dei consumatori, la crescita dei pagamenti digitali in Italia sta tornando lentamente verso ritmi antecedenti alla crisi pandemica.

In ogni caso, oggi quasi 8 transazioni digitali su 10 in negozio vengono effettuate in modalità ‘tap&go’ con carte fisiche contactless o dispositivi dotati di tecnologia NFC, che raggiungono un valore di transato pari a 240 miliardi.
Emerge dall’Osservatorio Innovative Payments della School of Management del Politecnico di Milano. 

Italia al 24° in Europa per numero di transazioni con carta

Sul totale dei consumi, i pagamenti digitali arrivano a costituire il 40% del valore, un’incidenza di poco inferiore a quella del contante.
A livello europeo, la crescita del nostro Paese non è ancora sufficiente per scalare posti in classifica. L’Italia rimane al 24° posto su 27 nella classifica della BCE per numero di transazioni pro capite con carta registrate nel 2022.

Un altro fenomeno in grande ascesa è il Buy Now Pay Later (BNPL). Nel 2023 nel nostro Paese il transato con questa forma di pagamento ha raggiunto 4,6 miliardi di euro, attestandosi, nella sua componente online, al 6,5% di penetrazione sul totale del mercato e-commerce nazionale.
Inoltre, il 14% degli italiani lo ha già utilizzato, principalmente per acquisti online.

Gli Alternative Payment Methods

Negli ultimi anni gli Alternative Payment Methods (APM), i pagamenti che non passano per i circuiti tradizionali come quelli delle carte, stanno guadagnando sempre più interesse da parte del mercato e delle Istituzioni.

Il grado di diffusione degli APM non è però omogeneo a livello globale. In Europa l’offerta di pagamenti alternativi cresce ancora in modo frammentato nei singoli Paesi. È infatti principalmente caratterizzata da servizi che riescono a ottenere buona diffusione locale, ma che si scontrano con maggiori complessità a livello internazionale.
Un’ulteriore spinta innovativa è data dallo sviluppo di nuove tecnologie, prima fra tutte l’Intelligenza artificiale, già diffusa nel mondo dei pagamenti per i processi interni. 

I trend del futuro: Open API, IoT, blockchain

Oltre all’AI, si guarda all’evolversi del trend dell’Open API, già avviato dalla PSD2, all’Internet of Things fino alle criptovalute e la tecnologia blockchain, che grazie alla definitiva approvazione della Markets in Crypto-Asset regulation (MiCAr), vedono un interesse crescente da parte di aziende e consumatori.

Anche l’Italia vede all’orizzonte nuove tecnologie e nuovi device che influenzeranno il modo in cui si effettueranno e accetteranno pagamenti.
Nel 2023 cominciano a prendere piede le prime soluzioni Software POS. Numerosi operatori del mondo dei sistemi cassa, hanno infatti iniziato a distribuire agli esercenti questo tipo di prodotti, utilizzabili sia come strumenti stand-alone sia in affiancamento ai dispositivi POS fisici già installati.

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Mercato immobiliare a Milano, Monza Brianza, Lodi: quotazioni e tendenze

Le rilevazioni sui prezzi immobiliari indicano un rallentamento delle transazioni nelle zone di Milano, Monza Brianza e Lodi nel secondo semestre del 2023. Il calo delle compravendite è da attribuirsi all’incremento dei tassi e alle maggiori difficoltà nell’ottenere mutui e finanziamenti. E, in un mercato più cauto dove la domanda e l’offerta ancora non convergono pienamente, anche i tempi di compravendita si allungano. Lo scenario emerge dall’ultima analisi condotta dalla Commissione Immobili della Camera di Commercio di Milano Monza Brianza Lodi.

Prezzi, trend più positivo a Monza e Lodi

I dati sull’andamento dei prezzi, raccolti dalla Camera di Commercio e elaborati in collaborazione con l’Ufficio Studi di Confcommercio Milano Lodi Monza e Brianza, mostrano un aumento del 1% a Milano nel settore residenziale rispetto al primo semestre 2023, con incrementi più significativi del 2% a Lodi e Monza. Nel dettaglio, a Milano gli appartamenti nuovi nella zona sud registrano una modesta crescita del 2%, mentre a Monza il quadrante est brilla con un aumento del 4%. Per quanto riguarda Lodi è la periferia a segnare un incremento del 4%.

L’andamento delle quotazioni

A Milano, le quotazioni rimangono stabili con incrementi contenuti sia nel settore residenziale che non residenziale, con prezzi medi di 6.400 €/mq per gli appartamenti nuovi. La crescita dei prezzi è uniforme in tutte le zone, oscillando tra l’1% e il 2%. Nel centro, il valore massimo medio raggiunge 11.671 €/mq (+1%), mentre nella zona sud è di 4.712 €/mq (+2%). A Monza città, il prezzo medio per il nuovo si attesta a 3.228 €/mq, con una crescita del 4% nella zona est (2.563 €/mq) e incrementi più modesti nelle altre aree, dove i prezzi sono più elevati (5.563 €/mq nel centro storico). Per quanto riguarda Lodi, si osserva una crescita del 2% nel prezzo medio di acquisto del nuovo (2.375 €/mq), con un aumento significativo del 4% in periferia a 2.164 €/mq e prezzi medi di 3.075 €/mq nel centro città.

Un “momento di riflessione”

Il vicepresidente della Commissione Immobili, Marco Zanardi, commenta che il mercato sta attraversando un periodo di riflessione. In particolare, si presenta un divario tra i desiderata dei proprietari –  che si aspettano ancora i valori del 2022 – e quelli degli acquirenti, che invece puntano al ribasso in base alle stime del 2024.  La notizia positiva, però, è che ci si attende un recupero nel numero di transazioni e degli investimenti grazie alla prevista diminuzione dei tassi di interesse nella seconda metà del 2024. In questo contesto, in attesa di tempi migliori, si nota anche una tendenza verso la locazione da parte di coloro che non raggiungono gli standard richiesti dalle banche.

Aumenta l’appeal del nuovo 

Cresce poi l’interesse degli acquirenti per nuove costruzioni con standard energetici elevati, così come l’appeal di soluzioni dalle dimensioni più ampie e dotate di spazi per lo smart working.  Si nota anche l’emergere di un mercato per la “seconda prima casa”: aumentano gli acquisti al di fuori della città in località solitamente dedicate alla villeggiatura, ma da adibire a residenza per periodi più lunghi. 

Monza e Lodi, favorite da costi minori e miglior qualità della vita

Le città di Monza e Lodi piacciono non solo perchè presentano costi più contenuti rispetto a Milano, ma perchè possono offrire una migliore qualità di vita. In particolare, cresce l’interesse verso le zone ben collegate e servite. Nel Lodigiano, la dinamica è più intensa nella parte nord e nel capoluogo, ben collegati a Milano, mentre la situazione è più complessa nella Bassa. Per quanto riguarda il settore degli uffici, sia in compravendita sia in locazione, si osserva una ripresa dovuta al ritorno delle persone negli ambienti di lavoro, ma con una riduzione delle superfici richieste a causa della consolidata pratica del lavoro ibrido.

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