Italiani e questioni ambientali, quali preoccupano di più?

Quali sono le principali preoccupazioni ambientali degli italiani? E quali le abitudini ecosostenibili dei nostri connazionali? Sono questi i temi al centro della ricerca “Aspetti della vita quotidiana” condotta dall’Istat, che ha esplorato anche il grado di preoccupazione in merito alle questioni ambientali da parte dei cittadini del Belpaese. È emerso che i giovani sono più attenti alla natura, mentre gli adulti sono più propensi agli sprechi. Tuttavia, dopo i 50 anni, la preoccupazione per l’inquinamento e il dissesto diventa maggiore. Le donne italiane si dimostrano mediamente più attente degli uomini nel perseguire comportamenti ecocompatibili. Infatti, il 40,8% delle donne legge abitualmente le etichette degli ingredienti, rispetto al 28,7% degli uomini. Inoltre, il 15,9% delle donne acquista alimenti o prodotti biologici, rispetto all’11,4% degli uomini. Le donne sono anche più attente nel non sprecare acqua ed energia.

L’ambiente è il tema più sentito e condiviso

Le preoccupazioni per l’ambiente, come il clima, l’inquinamento e i rifiuti, sono uguali sia per le donne che per gli uomini. Nel 2022, i cambiamenti climatici sono la principale preoccupazione ambientale per oltre la metà della popolazione di 14 anni e più. Seguono i problemi legati all’inquinamento dell’aria, rilevati dal 50,2% delle persone. Al terzo posto, leggermente distanziato, si trova la preoccupazione per lo smaltimento e la produzione dei rifiuti, con il 40,0% delle persone di 14 anni e più. Secondo l’indagine, l’inquinamento delle acque, l’effetto serra e il buco nell’ozono sono considerati ulteriori fattori di rischio ambientale a livello globale. Altri problemi ambientali preoccupano meno di tre persone su dieci. Le preoccupazioni che coinvolgono una quota ristretta di persone, come l’inquinamento elettromagnetico, le conseguenze del rumore sulla salute e la rovina del paesaggio, si trovano in fondo alla lista. Le questioni legate al paesaggio sono avvertite principalmente nelle regioni del Nord e vengono percepite in maniera più decisa nelle regioni a vocazione turistica, come il Trentino-Alto Adige, o in regioni industrializzate come la Lombardia.

Cosa cambia a seconda dell’età

L’età svolge un ruolo importante nella variabilità delle preoccupazioni ambientali. I giovani fino a 24 anni sono più sensibili alla perdita della biodiversità, alla distruzione delle foreste e all’esaurimento delle risorse naturali rispetto alle persone più adulte. Gli ultracinquantacinquenni, invece, si dichiarano più preoccupati dei giovani per il dissesto idrogeologico e l’inquinamento del suolo.

Più alto è il livello di istruzione più cresce la preoccupazione

La quota di cittadini preoccupati per lo stato dell’ambiente aumenta all’aumentare del titolo di studio, con differenziali particolarmente elevati per quanto riguarda i cambiamenti climatici (63,9% tra coloro che hanno una laurea rispetto al 52,2% tra coloro che hanno al massimo la licenza media), la produzione e lo smaltimento dei rifiuti (48,8% rispetto al 35,2%) e l’inquinamento delle acque (41,7% contro 35,1%).

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Libri usati per oltre 18 milioni di italiani, soprattutto i grandi classici

L’abitudine di rivolgersi al Second hand per risparmiare è ormai consolidata tra gli italiani, e questo vale anche per i libri. Infatti sempre più italiani scelgono di acquistare libri usati, e tra i generi letterari preferiti spiccano i grandi classici della letteratura, apprezzati da oltre 18 milioni di lettori. Secondo un’indagine condotta da Wallapop, pari al 47,8% degli italiani. Ma ben posizionati risultano anche i saggi e i libri per bambini, rispettivamente scelti da 8,9 milioni (23,6%) e 7,6 milioni (20,2%) di utenti. L’indagine sulle abitudini e i comportamenti di acquisto degli utenti italiani legati al mondo dei libri, condotta dalla piattaforma per la compravendita di prodotti second hand in collaborazione con Mup, è stata rilasciata in occasione del Salone Internazionale del Libro di Torino. 

Il vantaggio di ammortizzare la spesa

Sull’aspetto e lo stato del volume acquistato gli italiani sembrano dividersi. Infatti 16,5 milioni di italiani (43,6%) si rivolge a libri usati con un atteggiamento tollerante verso scritte o sottolineature, mentre quasi 16 milioni (42%) preferiscono che il libro sia il più possibile simile a un libro nuovo.
Proprio come accade per l’editoria scolastica, anche per i testi più tradizionali ad attirare maggiormente verso la possibilità di acquisto di seconda mano è il vantaggio di poter ammortizzare la spesa, e imbattersi in offerte imperdibili. Sono infatti 16,5 milioni gli italiani (43%) che affermano di riservare all’acquisto dei volumi usati lo stesso budget stanziato per libri nuovi, ma con la possibilità di portarsi a casa un maggior numero di articoli.

Scovare libri rari o antichi: una passione per 6,9 milioni di collezionisti

Tra i compratori second hand non mancano gli appassionati di edizioni antiche o rare, che attraverso questo canale hanno la possibilità di reperire volumi particolari o ricercati. E ad amare e collezionare libri rari o antichi sono 6,9 milioni di italiani, pari al 18,2% degli intervistati. Circa 5 milioni di italiani (13%), inoltre, approfittano delle occasioni legate al second hand per portarsi a casa un libro di cui non si è del tutto convinti. A lettura conclusa è certamente più soddisfacente sapere di non aver ‘perso’ del tutto i propri soldi con un libro che non ha soddisfatto del tutto le aspettative.

Oltre alle piattaforme di compravendita, anche negozi e bancarelle

Tra acquisto e rivendita le opinioni degli italiani sono polarizzate: oltre 24 milioni (63,2%) conservano il libro una volta letto, soprattutto se si tratta di un testo apprezzato, e solo 3,8 milioni (10,2%) lo rivende subito, magari per comprarne un altro con quanto appena guadagnato.
Sono proprio le piattaforme di compravendita second hand a risultare ideali in questo senso, riporta Adnkronos. L’immediatezza d’uso e la facilità nelle spedizioni e nel pagamento hanno contribuito a renderle il mezzo preferito dagli utenti per la ricerca di acquisto e vendita di libri, come affermano oltre 13 milioni di italiani (34,8%). Al secondo posto per preferenza ci sono ancora i negozi fisici, utilizzati da circa 12 milioni di italiani (32,2%), a cui si affiancano le bancarelle di libri usati, amate da 11 milioni di utenti (29,2%).

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Smart Buildings: riconvertire farebbe risparmiare circa 14 miliardi di euro 

Riconvertire, dove possibile, gli edifici italiani dotandoli di tecnologie smart consentirebbe di ridurre i consumi energetici del 20-24% all’anno e quelli idrici del 4-5%, tagliando tra il 19 e il 28% delle emissioni di CO 2 del settore edilizio. Ciò consentirebbe un risparmio tra i 12 e i 14 miliardi di euro a livello di Sistema-Paese, tradotto ogni anno in un risparmio netto complessivo pro-capite circa pari a 230 euro. Sono alcuni risultati del Rapporto Strategico della prima edizione della Community Smart Building, la piattaforma di confronto avviata da The European House – Ambrosetti nel 2022. Poiché il 56% degli edifici in Italia risulta di classe energetica F e G è quindi più che mai urgente avviare la riconversione in chiave efficiente e smart.

Una trasformazione anche tecnologica

La trasformazione degli edifici può essere messa in atto utilizzando strumenti e tecnologie correnti. L’Italia nel 2021 è il terzo Paese in Europa per la quota di brevetti nelle tecnologie di mitigazione del cambiamento climatico legate agli edifici (7,4%), dietro solo a Germania (35,1%) e Francia (15,4%).
In particolare, un Edificio Intelligente si basa su tecnologie quali Building Management Systems (BMS) e applicazioni digitali e di gestione. Grazie alle piattaforme di integrazione e controllo queste tecnologie sono in grado di interagire e integrarsi con le tecnologie e i prodotti all’interno dell’edificio. Ovvero, impianti di produzione e distribuzione dell’energia, connettività, raffrescamento e riscaldamento, sicurezza, gestione della risorsa idrica, illuminazione, comfort e well-being, sensori e attuatori, elevatori e smart meter.

Come favorire e attuare la diffusione degli Edifici Intelligenti?

La Community Smart Building ha identificato tre ambiti di policy da cui è necessario partire per avviare il percorso di riconversione efficace ed efficiente.
Il primo è definire gli standard per affermare una definizione univoca di Edificio Intelligente, nonché inserire nei regolamenti edilizi dei Comuni italiani fondi strutturati e con capacità di spesa per l’efficientamento idrico negli edifici.
Il secondo è sviluppare un modello operativo per la sostenibilità degli investimenti, adottando come modello operativo generale uno schema di ‘obblighi incentivati’. E il terzo è favorire filiere industriali ed ecosistemi dell’innovazione legati alle tecnologie smart per gli edifici.

Obiettivo, Smart City per costruire la Società 5.0

Gli Smart Building completamente integrati sono l’elemento base per la costruzione di una Smart City, che abbia come obiettivo principale una società tecnologicamente adeguata all’individuo. Un individuo al centro di un ambiente sostenibile, inclusivo e socialmente avanzato, che integra servizi innovativi data driven, trasforma gli spazi, massimizzando le opportunità di scelta personale e di privacy in ottica Società 5.0. Massimizzazione del risultato e contenimento degli investimenti impongono una progettazione integrata, che partendo dai materiali, attraverso impianti, devices, tecnologie e connettività basati su standard evoluti, arrivi allo sviluppo di servizi avanzati alla persona e alla comunità.

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