Gaming: per la GenZ è il numero uno dell’entertainment

Un ragazzo della GenZ su 3 indica il gaming tra prime forme di intrattenimento per il proprio tempo libero. Tanto che gioca ai videogiochi il 65% dei 18-29enni, con una punta del 75% se si considerano gli utenti maschi. Il gaming è quindi una delle principali dimensioni dell’intrattenimento per i giovani della GenZ, una forma di divertimento puro che per molti è diventata un’abitudine quotidiana che scandisce i momenti della giornata.
Sono alcune evidenze della ricerca condotta per Samsung da BVA Doxa al fine di fotografare il legame tra intrattenimento e tecnologia per la GenZ, ma che getta uno sguardo anche ai ragazzi più piccoli, quelli di età compresa tra 5 e 13 anni.

Il ruolo fondamentale della tecnologia

I giovani dai 18 ai 29 anni sono un target eterogeneo, poiché poco meno della metà di loro ancora studia, mentre gli altri lavorano. E la tecnologia, si sa, gioca un ruolo fondamentale per la Generazione Z: il 68% degli intervistati ritiene la tecnologia assoluta protagonista del proprio futuro. Inoltre, i giovani della GenZ attribuiscono alla tecnologia una funzione importante per agevolare la vita sociale (43%), ma anche per sostenere il proprio benessere (42%), e per esprimere la propria creatività personale (38%).

Non più solo gioco, ma una forma di socializzazione

Il gaming è coinvolgimento, piacere, divertimento, sfida, avventura. Il gaming non è più solo gioco, ma sta assumendo sempre più una dimensione importante di socializzazione. Giocare in compagnia e il senso di community che si crea è molto apprezzato dalla GenZ. La dimensione condivisa del gioco con amici riguarda il 44% dei giocatori, mentre il 54% dichiara di giocare online con amici o con altre persone che non conosce ma con cui condivide la passione del gaming. Questa percentuale tra i maschi cresce al 60%. Consolle (57%), smartphone (54%), PC (36%) sono i dispositivi utilizzati per giocare ai videogiochi.

Una passione che inizia ben prima dei 18 anni

La passione per il gioco inizia ben prima dei 18 anni. In base ai dati dell’analisi Doxa Junior oltre il 50% dei 10-13enni possiede una consolle, e il 40% di loro gioca dallo smartphone.
La dimensione sociale dei videogiochi, poi, è evidente anche sui ragazzi più piccoli, che si affacciano al mondo digitale e al gaming. A partire dagli 8-9 anni il videogioco e la chat rappresentano spesso una delle prime forme di socializzazione digitale, una pratica nata e alimentata durante la pandemia.
Le componenti essenziali del gioco devono avere in sé tutte le caratteristiche che in generale vengono attribuite al digital. Per essere appeal un gioco deve essere di impatto a livello di storia, ambientazione, ma anche a livello visivo e grafico, poiché deve essere altamente personalizzabile a partire dal proprio personaggio avatar. Inoltre, dev’essere giocabile sia da soli sia in multiplayer, e trasversale a livello di device. Ma soprattutto, con una ricca community di persone che ci giocano.

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