Lavoro agile: quali sono le tendenze europee?

Littler, il più grande studio di diritto del lavoro, ha pubblicato il sesto rapporto annuale, denominato “European Employer Survey Report”, basato su risposte provenienti da quasi 800 hr manager, in-house e imprenditori in tutta Europa.
L’indagine analizza le soluzioni adottate dai datori di lavoro di fronte ai cambiamenti culturali nella gestione dei rapporti di lavoro, focalizzandosi sulla flessibilità come strategia chiave.

Flessibilità è la parola d’ordine

Dopo anni di sconvolgimenti e incertezze, sembra che negli uffici e nelle aziende di tutta Europa si sita consolidando un nuovo modo di operare, con modelli flessibili e ibridi destinati a durare nel tempo. I risultati del sondaggio 2023 di Littler mostrano che il lavoro in presenza e quello a distanza abbiano una distribuzione simile rispetto al 2022, evidenziando una stabilità nella transizione verso nuovi modelli di lavoro.

In Italia, i datori di lavoro sembrano aver adeguato gli orari di lavoro in presenza per soddisfare meglio le preferenze e le esigenze di flessibilità e bilanciamento tra lavoro e vita privata dei dipendenti. Nel 2023, solo un terzo (33%) dei datori di lavoro italiani chiede ai propri dipendenti di essere completamente in ufficio, rispetto al 52% dell’anno precedente. Il 44% offre ora modelli ibridi, evidenziando una significativa transizione verso il lavoro remoto.

Differenze tra Germania e USA

L’indagine evidenzia che, a differenza degli Stati Uniti, dove solo il 16% dei datori di lavoro richiede il lavoro completamente in presenza, in Europa ancora il 30% delle aziende adotta questo approccio. La Germania spicca con solo il 22% delle imprese che impone il ritorno in ufficio. Tuttavia, la resistenza al lavoro in presenza indica un disallineamento persistente tra datori di lavoro e dipendenti.

Sfide e opportunità dell’IA nel settore HR

I datori di lavoro europei stanno esplorando l’uso di strumenti di intelligenza artificiale (IA) nell’ambito delle risorse umane, ma emergono differenze significative nei vari paesi. Sebbene il 61% utilizzi strumenti di AI predittiva per funzioni HR, il 39% non lo fa. In Italia, il 76% utilizza l’AI predittiva, dimostrando una maggiore apertura rispetto a Francia e Germania.

Le grandi questioni sul tavolo

Le questioni sociali e culturali, insieme alle sfide di tipo legislativo legate al luogo di lavoro, sono tra le principali criticità che i datori di lavoro europei devono affrontare. Il 75% ha dichiarato di trovare impegnativo gestire le aspettative poste dai dipendenti in queste aree. Inoltre, il 64% ritiene le questioni legali “ad alto rischio”, tanto che i top manager hanno decisamente alzato l’attenzione su questo aspetto.  

Infine, il rapporto di Littler fornisce un quadro dettagliato delle dinamiche del lavoro in Europa, affrontando anche temi come salute mentale, trasparenza delle retribuzioni, protezione dei whistleblower e iniziative ESG. L’Italia, nonostante le sfide, dimostra una certa lungimiranza nel modernizzare i processi lavorativi  e nell’adozione di strumenti avanzati come l’IA.

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